Viaggio in Eritrea. Eritrea è uno stato dell’Africa orientale che si trova a est sul mar Rosso e confinante a ovest con il Sudan, a sud con l’Etopia e a sudovest con Gibuti. Con il termine Eritrea ci riferiamo a una parola del greco antico erythros, che vuol dire rosso. Il nome Eritrea gli è stato attribuito dagli italiani durante la fine del XIX secolo, periodo nel quale hanno costituito la colonia.
Recarsi in Eritrea per un viaggio, significa entrare nella memoria italiana. Intorno all’VII secolo a.C., è nato un regno conosciuto con il dome di D’mt, che si stabilì tra il nord dell’Etiopia e l’Eritrea. Nel periodo della nascita di Gesù Cristo nacque il regno di Axum, con capitale in Etiopia, che diventò una delle quattro grandi culture del mondo con la Persia, Cina e Roma. Alla fine dell’Ottocento l’Italia inizia a colonizzare l’Eritrea, terminando prima degli anni ’40 dopo la liberazione dall’esercito britannico.
Nell’anno 1962, in seguito a un intervento delle nazioni unite, è stata unita all’Etiopia, tuttavia ciò causò l’inquietudine della massa, che successivamente sfociò dapprima in disordini e poi nella lotta per l’indipendenza.
Asmara si trova su un altopiano di oltre duemila metri d’altezza. La città ricorda molto un luogo di villeggiatura degli anni ’30, capitale dell’Eritrea nonché primo centro di colonizzazione italiano in Africa. Asmara è la città più popolata dell’Eritrea ed è anche il principale centro industriale, economico e culturale.
Nella città di Asmara si conosce ancora la lingua italiana, che influenzò con alcuni termini anche la lingua tigrina, in quanto la città è stata occupata dal governo italiano. Asmara è nata nel XII secolo, dall’unione di quattro villaggi: i Gheza Gurtom, i Gheza Shelel, i Gheza Serenser e i Gheza Asmae. La città di Asmara fu occupata dalle truppe italiane nel 1889 e divenne la capitale dell’Eritrea solo nel 1897.
Ogni edificio presente nella città di Asmara, attraverso le sue geometrie ne racconta la sua crescita e la storia. Il ritrovo domenicale degli asmarini è la Cattedrale di San Giuseppe, in stile neo romanico lombardo, costruita nel giugno del 1921 è stata terminata nell’ottobre del 1923 per volere del primo Vicario Apostolico dell’Eritrea. Il campanile della Cattedrale, fu costruito nel 1925 in seguito alla morte di Monsignor Carrara. La sua altezza è di ben 52 metri, e dalla sua cima è possibile godere di uno splendido panorama sulla città. Il campanile della Cattedrale di San Giuseppe di Asmara, contiene otto campane, e la più grande ha un peso di 38 qt.
Poco distante dalla Cattedrale, si trova la moschea in cui si ritrova il 50% della popolazione di religione islamica.
L’ufficio postale della città di Asmara conserva ancora l’aspetto originario dell’architettura fascista. È stato progettato e costruito dagli italiani nel ventennio fascista; marmi e colonne delimitano gli sportelli per le operazioni postali. Nella città di Asmara si trova anche una farmacia, che conserva ancora lo stile impero. In questa bellissima città dallo stile italiano degli anni ’30, si trova il Caravanserraglio, che fu costruito sul volere del governo italiano nel 1915. Il Caravanserraglio disciplina e controlla l’arrivo e le partenze delle carovane che si avvicinano alla nuova capitale dell’Eritrea dall’Abbissinia, dai paesi confinanti e dai bassopiani.
Nel Caravanserraglio si trovano anche magazzini, stalle e anche piccoli negozi in cui viene creata e messa in vendita la merce. Ma ci sono anche luoghi di ristoro dove i carovanieri possono trovare conforto e ospitalità.
L’itinerario di viaggio in Eritrea prosegue presso la città di Keren, che sorge su un altopiano ed è circondata dalle montagne. Questa città è rinomata per essere una delle più belle e suggestive città del Paese, in quanto vanta di affascinanti elementi architettonici, come chiese, moschee, palazzi coloniali e un’atmosfera alquanto vibrante. In questa città l’identità araba è molto forte, infatti, a Keren molti italiani venivano a trascorrere il fine settimana. Arroccato sui monti che dominano la città, si trova il cimitero militare italiano di Keren, celebra l’ultima battaglia che è stata combattuta nel 1941 contro gli inglesi. Da diversi anni l’Eritrea si è aperta al turismo internazionale, e le potenzialità sono molte in un Paese che conserva tesori archeologici e tradizioni antiche.
Seguendo il Guadi, l’antico letto del fiume, ci si dirige verso il mercato della città. Qui gli uomini indossano il gilet sulle tuniche bianche, mentre le donne sono avvolte da veli coloratissimi, vendono frutta, verdure e spezie. I tetti delle case, invece, vengono realizzati con fasci di arbusti di acacia, che vengono impiegati anche per cucinare.
La velocità importata dal colonialismo italiano contraddistingue la nuova capitale Asmara, che è collegata al porto di Massaua tramite una ferrovia per trasportare persone e merci dalla costa verso l’altopiano. Dopo la costruzione del treno e delle littorine, gli italiani hanno realizzato la teleferica, abbattuta dagli inglesi negli anni Quaranta e di cui oggi resta soltanto un pilone solitario.
In seguito si decise di ricostruire il treno, che attualmente attraversa punti e precipizi vertiginosi, dai quali è possibile ammirare le bellezze naturali della zona.
La perla del mar Rosso è la città di Massaua, città dell’Eritrea, capoluogo del distretto omonimo e principale porto della regione. Massaua sorge sulle su due isole, Massaua e Taulud, collegate da due dighe. Poco distanti dal porto di Massaua si trovano le Isole Dahlac, che si caratterizzano per l’ambiente naturale e incontaminato. Nella città di Massaua è possibile passeggiare senza una meta precisa, in ogni momento della giornata. Nei bar della città si gioca a biliardo e si assapora il caffè italiano.
L’occupazione nella città di Massaua avvenne il 5 febbraio 1885, e coinvolse un corpo di spedizione di migliaia di bersaglieri, ma alla fine si svolse in modo pacifico. L’occupazione italiana di Massaua avvenne con il beneplacito della Gran Bretagna, che aveva sollecitato l’operazione. I britannici, volevano ostacolare l’espansione francese in Africa e reprimere l’insurrezione degli indipendentisti sudanesi.